25 febbraio 2021

Mercoledí, 25 febbraio 2021

È passato piú di un anno da quando la pandemia ha sconvolto per la prima volta la vita delle persone. Eravamo a metà febbraio, tutti felici per le vacanze di carnevale alle porte, io e quelli della mia classe non potevamo essere piú raggianti di questa pausa, anche se sarebbe durata soltanto tre giorni, “Meglio che niente”. Salutavamo prof e bidelli non sapendo che non li avremo piú rivisti per mesi. Durante il week-end si sentiva parlare di un’influenza proveniente dalla Cina, nessuno se ne preoccupava, non si usavano ancora le mascherine o si manteneva la distanza di sicurezza, eppure il lunedí seguente: scuola chiusa. “Perché?”, il Covid era arrivato in Italia. Per il momento non se ne curava alcuno, almeno non cosí tanto da non uscire piú di casa se non con mascherine e gel nello zaino, stando a un metro da chiunque. Dopo soltanto due settimane di “pre-lockdown” le cose stavano diventando serie, all’improvviso ci ritrovammo chiusi in casa: nonni, zii, amici non si potevano piú vedere, senza averlo saputo e senza averli salutati prima.

Le prime indicazioni per dare inizio alla “Scuola a distanza” sul registro elettronico arrivarono dopo pochi giorni, tutte le spiegazioni su come eseguire compiti e verifiche stando a casa propria. Successivamente esordirono anche video delle lezioni, che consistevano in delle registrazioni dei prof che spiegavano gli argomenti; ci volle un po’ prima di rivedere compagni di classe e insegnanti, anche se con uno schermo che ci separava, ma alla fine, quindi, vennero intavolate anche le video lezioni su Meet.

La scuola finì celermente e alle vacanze estive mancava davvero poco, non sopportavamo piú la scuola a distanza e le video lezioni, era, in epilogo, arrivata l’estate.

Durante i tre mesi prima di riprendere la scuola, del Covid ci si era quasi dimenticati, ciò nonostante ora, febbraio duemilaventuno, siamo al punto di partenza.

G.S.

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